Festa di San Giuseppe 
Tipica festa della primavera, legata al ciclo agrario, la festa di S. Giuseppe si caratterizza per l’uso dei doni e delle cosiddette “CENE” che si offrivano un tempo da parte delle famiglie benestanti ai poveri. Oggi si caratterizza per l’offerta di doni al santo che sono messi all’asta, a cifre nettamente superiori al costo reale delle offerte. I doni portati dai fedeli sono galline, uova, conigli, asparagi, vino, vassoi con fichi secchi, noci mandorle e alcuni dolci che descriveremo in singole schede come piatti della tradizione: pagnuccati e cruni di spini. Caratteristici sono i pani a forma di “S.G.”, e a forma di bastone (il bastone fiorito di s. Giuseppe). La festa prevede l’uscita del santo e il solito giro processionale. Si vestono i tre personaggi (la Sacra Famiglia), ai quali si offrivano almeno 19 piatti diversi, che si devono almeno assaggiare.


Sentiero di Fra’ Giuseppe 
Tra luoghi e persone, santità e misticismo, la figura di fra’ Giuseppe eremita si è radicata non solo a Buscemi, ma in tutto il comprensorio ibleo. Di origine contadina, nacque a Buscemi nel 1891 e qui morì nella sua grotta nel 1975. Il “luoghi” di fra’ Giuseppe costituiscono oggi un vero sentiero di devozione e inducono alla meditazione. Sono divenuti luoghi a loro modo santi, che ancora spingono alla riflessione e alla pietas popolare. A cura di alcuni giovani, oggi adulti, fu delineato diversi anni fa un vero sentiero della pietà e del misticismo, e non sono mancate le visite di devoti opportunamente accompagnati.


Festa del SS.mo Crocifisso di maggio 
Il mese di maggio, e in particolare i primi giorni della settimana, sono dedicati nei rituali popolari festivi alla festa del SS.mo Crocifisso. Ne parla abbondantemente il Pitrè e la letteratura folklorica antica e moderna.
Particolarmente sentita è tale festa a Buscemi (SR), dove si celebra la prima domenica di maggio. Secondo la tradizione la festa è la più antica di Buscemi, certo quella che unisce le varie fazioni nel culto del Cristo Crocifisso.


Festa della Madonna del Bosco 
La Madonna del Bosco fu proclamata patrona del paese nel 1919. La festa, come ogni festa, subisce trasformazioni che sono il frutto dell’immaginario popolare, della forza della tradizione, che portano sia novità molto tipiche, sia la scomparsa di rituali consolidati nel tempo. L’uscita (a sciuta) avviene intorno alle 9,00 del mattino dal santuario della Madonna, dove è custodito un affresco cinquecentesco, frammento di una parete affrescata della primitiva chiesa. Qui dunque condensati gli elementi insieme reali e simbolici della festa: il bosco, l’acqua, gli eremiti.


Venerdì Santo e riti della Pasqua 
Un tempo la settimana santa iniziava il giovedì con l’uscita dalla chiesa di San Sebastiano della statua del Cristo alla colonna tra due statue raffiguranti i giudei carnefici.
Oggi il momento clou del giovedì è la processione eucaristica alla chiesa di S. Antonio e la deposizione nell’urna o altare della deposizione del SS.mo.
Con la riforma liturgica la festa di Pasqua è stata ridotta al solo triduo pasquale: Venerdì, Sabato e Domenica.
Ma il clou del triduo era ed è senz’altro il VENERDI’ SANTO. Un tempo esso era preceduto dalla celebrazione dei 4 Venerdì, organizzati dalle quattro categorie di cittadini: i nobili (chiamati cavallacci), i mastri, i massari e gli iurnatari (contadini assunti a giornata, braccianti zappunari). Questa funzione non si pratica più. Si pratica ancora il trasporto del SS.mo dalla chiesa madre alla chiesa di S. Antonio, depositato di notte nell’urna di deposizione come fosse il corpo di Cristo.

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